“Fate che il vostro spirito avventuroso vi porti sempre ad andare avanti per scoprire il mondo che vi circonda con le sue stranezze e le sue meraviglie. Scoprirlo significherà, per voi, amarlo.”

Kahlil Gibran

Se devo pensare a quando il tutto ha avuto inizio direi il 23 Gennaio 2017, giorno in cui ho messo piede a Vancouver, in Canada. Quello è il giorno in cui ho dato inizio al Viaggio dei viaggi. Il giorno in cui la mia vita è cambiata radicalmente. Il Canada ha un territorio secondo solo alla Russia per estensione e nonostante ne abbia visto una piccola parte sento un particolare feeling con questo Paese; in particolare, con la Provincia della British Columbia dove ho trascorso la maggior parte del mia esperienza. Ed è proprio qui che mi sono sentito come a casa. Ma oggi, attraverso queste foto, voglio raccontarvi di un altro viaggio. Un viaggio avvenuto nella terra che fa sognare: gli Stati Uniti. Per raccontare questo viaggio avvenuto ad ottobre però devo tornare indietro. Torno a Marzo quando a Vancouver ho conosciuto un altro Italiano di Roma che come me ha deciso di spostarsi in Canada, il mio fedele compagno di viaggio Riccardo. Appassionati di mountain bike, viaggi e fotografia, abbiamo deciso di prendere al volo l’opportunità di vedere la Red Bull Rampage (ma questa è un’altra storia) e costruirci intorno un bel road trip. LA e Las Vegas le prime tappe ma non mi soffermo dato che il viaggio è lungo e la parte migliore deve ancora arrivare. E’ da Virgin, infatti, che ci immergiamo nel nulla. In mezzo al deserto e agli scenari che questo sa offrire. Il percorrere lunghe strade senza nulla intorno da un senso di vuoto e di smarrimento.

Gli Stati Uniti, per quella piccolissima parte che ho potuto vedere, si presentano proprio come sono stati impressi nelle pellicole dei vecchi western. Sembra veramente di stare dentro ad un film. Molto spesso siamo rimasti stupefatti e, in religioso silenzio, abbiamo assistito a quello che la natura ci offriva. Io sono molto più da montagna e bosco ma il deserto mi ha scioccato per il modo in cui è in grado di mutare.

Dopo essere stati in posti come Horseshoe Bend e Antelope Canyon ci dirigiamo verso la Monument Valley per esaudire un sogno di Ricca. E qui per la prima volta ci diamo dentro di gas ma non con la bici bensì con il nostro 4Runner (che macchina! Perfetta per viaggiare da queste parti). Ed è così che arriviamo a Moab. conosciuta per la sua terra rossa e per l’Arches National Park. Tuttavia, noi amanti delle ruote grasse conosciamo questa cittadina come tempio della mountain bike, grazie ai suoi bellissimi sentieri.

Durante il primo giorno lascio Riccardo divertirsi lungo il sentiero del Captain Ahab e ne approfitto per immortalare il tutto. Occasione che mi permette di incontrare diversi biker e scambiare due parole. Tra tutti mi sento di citare James, un simpatico ragazzo canadese (la casualità delle cose) e appassionato di fotografia! Prima che la luce cali del tutto c’è tempo per spostarsi nel parco giochi Bartlett Slickrock dove ogni biker si costruisce il proprio sentiero stando attento a non perdersi in questa roccia da un grip mai sentito prima. Spettacolo!





La nostra permanenza a Moab continua e mi da la possibilità di riprendere in mano la bici dopo 9 mesi. Porcupine Rim Trail il mio battesimo negli US. Non proprio un sentiero semplice. Un single track di circa 18 km molto flow e divertente nella prima parte, molto più tecnico e roccioso nella seconda. Ma grazie al mio insegnante arrivo sfinito e felice come un bambino alla fine del tracciato! Come il giorno prima, anche qui abbiamo la possibilità di incontrare persone splendide. In particolare Justin, un papà e marito che riesce a far conciliare i doveri di famiglia con le proprie passioni.

Dopo giorni intensi di emozioni, la nostra avventura continua lungo la Route 66. E dove la bici non è potuta arrivare ci siamo arrivati noi con le nostre gambe. Abbiamo percorso km e km di strada incrociando poche anime e lasciandoci alle spalle polvere e orizzonti. Arrivati a San Diego è arrivata anche la fine del nostro viaggio e con essa è cresciuta la nostalgia del silenzio che la vastità del deserto può offrire. Dicono che gli Stati Uniti siano terra di libertà e sogni. Per noi forse lo è stato. Ma a dircela tutta a noi basta un mix di natura e bici per sentirci felici!

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