“Sicuramente una bici senza compromessi… un po’ come me.”

Alan Horton

Sogno, passione, artigianalità. Sono questi gli ingredienti che fanno nascere prodotti unici nel nostro paese? Alan Norton ci ha raccontato il suo di sogno: poter creare e guidare la propria bicicletta, disegnata dalla sua esperienza. Noi crediamo che dietro grandi progetti, molto ambiziosi, ci siano grandi persone con la voglia di mettersi in gioco e provarci. Abbiamo conosciuto Alan durante una calda giornata d’estate a Calci (PI) e ci ha raccontato di persona il perché di questa avventura.

Horton, un nome sicuramente anglosassone. Invece di dove sei?
Io sono nato in Italia, ma ho origini americane. Mio nonno era un militare americano in servizio alla base vicino Pisa, citta dove risiedo attualmente.

Chi si nasconde dietro a questo progetto cosi interessante?
In realtà è un progetto che ho portato avanti da solo, mi sono avvalso di collaborazioni esterne solo per la realizzazione del telaio.

Come è nata l’idea di creare una bici tutta tua?
Lavorando nel settore da oltre 10 anni ho sentito la necessità di dire la mia, volevo realizzare la bici perfetta. Con geometrie giuste per andare forte e senza i compromessi da grande pubblico. Una bici race oriented!

Perché hai scelto la sigla “Project 40”? Cosa significa?
L’idea di partire con questo progetto mi è venuta qualche settimana prima del mio quarantesimo compleanno. Da qui è nato il nome “Project  40”.

Parlando di materiali, perché hai scelto proprio l’acciaio?
L’acciaio che tra i grandi produttori è quasi scomparso, ha invece continuato la sua evoluzione raggiungendo standard di peso e resistenza molto elevati negli anni. Per una piccola produzione è  perfetto. Non richiede particolari trattamenti dopo la saldatura e ti permette di avere una bici molto confortevole grazie alla sua elasticità e caratteristiche.

Questa tipologia di biciclette sono molto apprezzate nei paesi anglosassoni. E qui da noi?
Beh in Italia siamo molto attenti alle mode. Una bici in acciaio è sicuramente controtendenza e c’è molta diffidenza. Ci sono molti pregiudizi soprattutto riguardo al peso, ma chi la prova invece cambia subito idea.

A livello di design, hai disegnato personalmente tu il telaio?
Si ho disegnato personalmente il telaio, ispirandomi alla linea delle bici da dirt jump con un super sloping.

Come è avvenuto lo sviluppo del progetto? Puoi parlarcene?
Avevo dei punti fissi in testa. Volevo uno standover basso, sospensione progressiva, un interasse importante. Tenendo bene in mente queste cose ho realizzato il disegno su carta. Successivamente ho disegnato la sospensione al pc e poi sono passato all’assemblaggio del telaio. I primi leveraggi della sospensione li ho fatti fare direttamente in acciaio, per verificare che il cinematismo fosse corretto. Quelli attuali sono invece realizzati con  eragl 7075. Dopo qualche mese di test sul campo ho corretto le geometrie, chiuso leggermente lo sterzo, e allungato il reach. Successivaente ho sostituito le tubazioni con altre di diametro differenziato e con sezioni ovali che oltre ad avere un estetica piu gradevole ci hanno permesso di scendere di peso e guadagnare spazio sul carro. Dopodiché  sono arrivato al telaio attuale che ha soddisfatto in pieno le mie aspettative. Ne ho assemblati tre, facendoli partecipare ad alcune gare e raccogliendo subito alcuni successi. Adesso sto affinando diversi particolari per arrivare al prodotto “finito” pronto per la vendita.

Quale è la difficoltà più grande che hai trovato nel sviluppare questo progetto?
Sicuramente il design della sospensione ha richiesto molto lavoro. Un fulcro virtuale richiede molta precisione e tante simulazioni al pc. Per fare questo ho dovuto acquistare un programma apposito. Oltre allo studio della progressione della corsa è stato complesso combinare il tutto con un tiro catena giusto che non facesse dondolare la bici in salita e allo stesso tempo non impedisse il funzionamento del leveraggio in discesa.

Saldi direttamente tu i telai o ti affidi a qualche artigiano vista la qualità del lavoro?
Mi affido ad un artigiano specializzato che arriva dal mondo delle pit-bike.

Quali sono le principali caratteristiche del telaio Horton Project40?
Ruote da 27,5 ed una sospensione progressiva. Tubo sella piuttosto verticale per una buona pedalata in salita e non interrotto. In questo modo è possibile utilizzare telescopici da 170mm anche per la taglia piccola. Il telaio è molto basso e lungo con un’escursione di 160mm al post. All’anteriore è possibile montare una forcella da 170-180mm.

Che sensazioni di guida trasmette una bici cosi artigianale?
La prima sensazione che ho avuto quando ho provato il prototipo sui sentieri di casa è che la bici fosse veloce e non rallentasse minimamente sugli ostacoli. Ora a quanto mi dicono tutti quelli che la provano, la prima sensazione è ancora quella.

Questo progetto rispecchia il tuo modo di essere? 
Sicuramente una bici senza compromessi… un po’ come me.

Saranno commercializzati solo i telai, oppure anche allestimenti completi?
Partiremo con due allestimenti completi al momento. Per il solo telaio vedremo in futuro in base alle richieste.

Dove si possono vedere e provare queste bici artigianali?
Per settembre avremo due bici test e saranno visibili nel mio negozio Speed Point a Pisa. Potete seguire anche la pagina ufficiale Horton Bikes su Facebook.

Allora in futuro vedremo altri prodotti marchiati Horton?
Se tutto andrà come spero, arriveranno la trail da 29 e la DH.

Quindi i sogni possono diventare realtà?
Diciamo di si… ma la strada è ancora molto lunga…

Chi vuoi salutare o ringraziare?
Saluto gli amici e ringrazio la mia famiglia che mi sostiene in queste imprese. Il mio amico Ernani che salda questi telai. Inoltre ringrazio Welovetoride.it che mi ha dato la possibilità di raccontare questo progetto.

Complimenti ad Alan per questo progetto. Se volete avere maggiori informazioni potete visitare la pagina Facebook Horton Mountain Bikes. Oppure, meglio ancora, passare in negozio direttamente da lui a Pisa e vedere i prodotti di persona. Cheers

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